stando all'espressione ne compie più o meno 12 =))))))))
auguri per un bellissimo compleanno, prof!!!
à.
Florencia
Sogno di avere altre cento vite da vivere, cento vite da regalare alle mie dita, sogno un foglio che sia grande quanto il cielo d'estate e litri d'inchiostro che corrano a disegnare altre centomila storie di centomila vite.E seguire ancora la gara delle nuvole senza preoccuparmi di quanto i tramonti vadano più veloce. Sogno di rivivere quello che ho vissuto e di ammirare ancora ciò che non vedrò più. Sogno che mani estranee non tentino di nascondere le cose che non ho ancora finito di guardare .Sogno i sentieri all'ombra e insetti che sfidano in senso contrario le corse verso domani. Sogno che all'orizzonte non ci sia civiltà, ma soltanto il binario di un treno. Sogno che gli alberi mi nascondano ancora dalla notte e sentire storie raccontate da occhi che erano vivi mille anni fa. Sogno di fermare il tempo sulle cime dei monti, cosicché domani, cercando riparo dal gelo del mondo, saprò di trovarlo lì. Sogno di sentire i fili d'erba cantare leggende alle spighe di grano e sogno di poter confondere i vestiti con i campi in agosto e i capelli col colore della terra.Sogno che i pomeriggi siano fatti di mattoni spezzati che diventano castelli soltanto chiudendo gli occhi. Sogno i racconti delle ragnatele tra i cespugli, sogno che le barriere siano fatte di legno e abbiano buchi in cui infilare i piedi per arrampicarsi e vedere cosa c'è di là. Sogno di vedere ancora certi profili tratteggiati ad ovest e sogno di sognare ancora che quei profili non finiscano più.
Francesca
...vorrei essere come sabbia....
...perché la sabbia riesce a volare.
Francesca e Marok
ehm...mi sa che ho inconsciamente dimostrato di essere motivo ...
stavo cercando di inserire un post, e in realtà ce l'avevo anche fatta, solo che c'era un link che non fungeva...allora l'ho eliminato, però cosi facendo ne ho eliminati due al prezzo di uno. Una ne faccio e due ne distruggo...vabbe! ^_^
allora, che dire? lo so, lo so, tutti i fans sono li che si chiedono che fine abbia fatto...ragazzi, lo so che senza di me non riuscite a vivere, però insomma io sono una donna impegnata, non posso perdere tempo a stare dietro alle vostre esigenze.
(uhauhauhauh mi fa molto ridere quello che ho appena scritto, però lo lascio per farvi vedere che ogni tanto mi vengono questi sprazzi di megalomania )
bon, detto questo, vi chiedo scusa sul serio, ma purtroppo essendo ormai a fine anno scolastico, ho pochissimo tempo da dedicare al cazzeggio...e poi vabbé, anche le altre vicissitudini che non vi sto a dire che sennò risulto noiosa e ripetitiva
adesso surfo un pochino, e se trovo l'ispirazione metto anche qualcosa. intanto vi bacio tutti con lo schiocco
una moooolto minorenne Phlo a casa con l'indigestione per troppo tiramisù
Particolare di incisione dell'epoca, "La gogna", 1630. Il particolare non brilla per precisione perchè l'incisore lo ha realizzato nel tempo record di quindici minuti come riportano tra l'altro le cronache del tempo.
Paure e persecuzioni nel XVII secolo
Tra le categorie dei perseguitati c'erano gli “untori”, individui che secondo una credenza diffusa spargevano il morbo con unguenti malefici. Il caso più celebre è quello milanese del 1630, che diede luogo ad un processo rievocato dal Manzoni nella Storia della colonna infame. (Capra, 2003)
Contrariamente a ciò che crede la gente, tali individui sono ancora tra noi e continuano giorno dopo giorno a spargere il morbo con unguenti di cui, in questo caso e per amore di decenza non menzioniamo la genesi.
Francesca
19 aprile 2006
l'uomo che abitava le biblioteche...
Un post decisamente inutile, un post che resterà orfano di commenti, le solite parole gettate al vento, ma non potevo evitare di scriverlo...dopo 225 ore, quella simpatica usanza universitaria, definita dai più "tirocinio", è finita...sono di nuovo una donna libera. Una donna libera con 9 crediti in più! Di conseguenza più ricca umanamente e anche umanisticamente, perché no?
Nella foto Mauro, l'unico esemplare maschile che abitava (e abita ancora,lui) la biblioteca con noi,responsabile, giornalista, opinionista...insomma un punto di riferimento per tutta una generazione! (cit.)
E' stato bello, ma è giunto il momento di cercare nuove scuse per non andare a lezione...ma, quale immensa gioia, avrò molto più tempo per studiare!!!Alèèèèèèèè!!!!
Francesca.
foto regolarmente trafugata a DrGrumo.org
Il primo segno del nostro destino...
Era tutto nato durante una di quelle gelide notti in chat, notti accompagnate dal pianto rassegnato di mia madre, che predestinavano intere ore di lezione addormentata sui banchi universitari il giorno dopo. Era stata una di quelle notti gelide a farci incontrare. Ricordo che entravo nel canale schiacciata da un reverenziale timore nei confronti di Marok...nome che evocava genio, stronzaggine e sregolatezza...è incredibile come la conoscenza diretta delle persone faccia cambiare le opinioni su di esse. E' lì che ci eravamo conosciuti. Lì ci eravamo risi reciprocamente e virtualmente in faccia. Lì le vaccate informatiche di Andreina e mie venivano apostrofate con degli "AH AH AH AH AH AH!!" oppure con dei "PERFETTO!!" o ancora con dei " :-D"...non c'era mai fine al peggio. Dai tentativi inutili di disconnettersi dalla chat strappando via il cavo del modem (metodo spartano ma indubbiamente efficace), alle diperate continue prove per aprire pagine che venivano linkate lì, fino ad arrivare al punto in cui ti scappava un sorriso timido entrando in chat e vedendo che nomi di persone che non avevi mai visto in vita tua erano lì da ogni parte d'Italia e cosa ancor più bella, diventavano familiari mano a mano che il tempo passava. Come nomi di paesi vicini a casa tornando da un lungo viaggio. E che belle le discussioni su quali sorprese avrebbero riservato i brulè del tour 2005 degli Elii..."Non me ne fotte un cazzo, voglio la figa!"ribatteva Marok con tono aulico e sereno. Finchè una notte esplose la grande idea. "Andiamo a Cordialmente!!!" dicemmo Andreina ed io rivolgendoci l'una all'altra. "Grazie dell'invito, ci uniamo a voi con gioia!!" risposero in coro quindici voci virtualmente maschili. Bello...Cordialmente...4 posti a botta...prenotazione obbligatoria e da un pò di tempo veniva rispettato l'antico rito del fave=fankulo...Non entreremo mai...Per fortuna nell'ottica maschile vale ancora l'idea che la figa prima di tutto. Questo ci assicurò un posto nello scintillante paese delle meraviglie per almeno una sera e a prescindere da tutto. E poi ufficialmente avevamo prenotato...(cit.) Le adesioni maschili invece andarono decimandosi col passare dei giorni e alla fine all'appello rispondevano solo Marok e Uollano. Era l'11 aprile 2005...non l'avremmo rifatto mai più...
Ebbene, a distanza di un anno possiamo dire che oggi si festeggia per la prima volta il s.Stanislao-day, che ha visto oltre alla mia prima ed ultima presenza a Cordialmente, ben più di un avvenimento verificarsi quel giorno. Partendo dai più ovvi, come l'amore nato tra Uollano e la nostra padrona di casa, potrei aggiungere quello letteralmente imploso tra me e voi tre, tra Marta e il mondo del Faveclub in generale, potrei raccontare delle mie prime parole rivolte al magnanimo chitarrista Cesareo "Ciao Cesareo!" (questa sono le prime parole rivolte al chitarrista Cesareo, le seconde non ci sono state). Per non parlare delle parole rivolte agli altri Elii che più o meno sono state "ciao altri Elii"...l'emozione ti limita il repertorio, questo si sa, ma ti fa anche allargare il cuore e nessuna delle persone che sono state con me quel giorno ha perso il suo posto qui dentro. E non parlo solo di Andreina, Marok e Uollano, ma anche del savio Diego e di DrGrumo il cui passaggio in quella giornata è stato come quello di un temporale estivo, breve, ma si è fatto ricordare.
Buon S.Stanislao 2006 e tutti i S.Stanislao a venire! ;)
Un ringraziamento particolare va a Marta, fedelissima compagna di viaggio e di vita (a libera interpretazione) votata massimamente alla sopportazione. Marta, ti baciamo e ti strabenediciamo (cit.pl.). Se diventi un pò più selvaggia Marok è contento.
Francesca
come tradizione, l'ultimo weekend di marzo si spostano avanti le
lancette di un'ora. bè. nel mio caso il gap è di almeno 5/6 ore. non è
che (come sostengono alcuni, i più cattivi) ero ubriaca e non mi
ricordo niente. diciamo piuttosto che ho dei ricordi a modo
mio =).
ci sediamo in mezzo alla sala e in due secondi siamo già
amici del simpaticissimo oste, che per prima cosa ci consiglia il vino
rosso locale. impossibile tirarsi indietro, e al suon di "ERRROTICO! MMUà!"
(accompagnato dal gesto: al bacio!) arriva al nostro tavolo la prima
bottiglia di gutturnio, vino che ha la peculiarità di evaporare a
velocità impressionante.
iniziamo a raccogliere le ordinazioni per la cena, e uollano si offre come scribacchino: "SEGNO PISAREI PEL DUE? :D".
l'oste
ci spiega a grandi linee le caratteristiche dell'ottima cucina
piacentina, e nel frattempo il vino continua ad evaporare. comincia a
girarmi un po' la testa, sento ridere, vedo solo guance fucsia e
bicchieri pieni. bello. gote rosse e goti rossi.
arriva il
primo, e festeggiamo l'evento indugiando nell'ennesimo brindisi, ma
diego, sempre al passo con la situazione, ci esorta: "DICO: MANGIATE!".
è
tutto squisitissimo, l'atmosfera è meravigliosa. c'è solo un altro
tavolo di gente che mangia, nella sala, e la jeppa-che-non-sbaglia-mai
li bolla subito: "BEONI, MA SNOB".
diventiamo
presto le star incontrastate della serata. tutta la locanda passa per
il nostro tavolo, ormai meta di pellegrinaggio. l'oste fa l'andirivieni
e ci racconta che si chiama luca (fino a quel momento l'avevamo
apostrofato "mirco") e che di professione fa il muratore. la locandiera
viene a brindare con noi il ritrovamento di un orecchino. il cuoco e il
gestore non si avvicinano, ma il tono delle nostre voci testimonia a
distanza il nostro grado di gradimento.
anche manuel, giamma e manzo, i MusicaPerBambini,
incuriositi da questi strani fan, vengono a sedersi con noi. ci apriamo
leggermente a cerchio per far spazio a tutti, e don diego va a prendere
la chitarra.
luca fa capolino per l'ennesima volta a chiedere: "qualcuno vuole qualcos'altro?".
manuel alza la mano: "MOI UN BARGNOLEIN!". Manzo e due delle ragazze invece, birra alla mano, tagliano corto "MAI MESCOLANZA, NOI".
attacchiamo
col repertorio musicaperbambinesco, sbagliando largamente,
improvvisando tempi e tonalità. provo ad infilarci ogni tanto un "ANDARE IN RE!",
ma è tutto vano, ormai sono di carta, incapace di reggermi sulle
gambe... il bargnolino comincia a fare il suo corso. penso: "è inutile
resistere. il bargnolino è uno spirito. tanto vale lasciarsi
possedere =)."
scendiamo nella sala dove si tiene il concerto. è
tutto buio. sento la musica e la riconosco, ma il mondo che infravvedo
;-) è virato in color #ff4500, più o meno lo stesso del negroni onesto.
mi lascia la sensazione di qualcosa di familiare, sa di caldo di casa e
di follia ingenua. lo spettacolo è assurdo, bellissimo, teste che
sbucano da un lenzuolo teso, maglie che si infilano e si sfilano, mondi
e ovetti kinder che volteggiano nelle mani dei giaggolieri.
ad un certo punto sono di nuovo all'aria aperta, nel cuore della
notte, e colgo solo l'invito di manuel a fermarci da lui. cerco di
essere brava, e di fare tutto quello che mi dicono. nel momento in cui
io e jeppa siamo spinte da manuel dentro al suo portone, sento marok
che se la ride e commenta: "CREDO LO MASSACRANO".
qualsiasi altra verità sentiate sulla serata, dimenticatela.
io l'ho già fatto =).
sento le campane in lontananza e mi sveglio. c'è una luce assurda.
è primavera dappertutto.
mi
alzo per affacciarmi alla finestra, ad osservare il paesaggio. gli
spiriti della notte se ne sono andati, ora è tutto calmo, l'erba è
verde, gli altri dormono.
la mattina mi scivola lenta sulla pace
irreale di un paese in cui tim e wind sono monosillabi senza senso,
dove gli occhi delle persone hanno colori per cui un nome non è ancora
stato inventato, dove i bambini corrono in bici sopra un muretto e in
un attimo scompaiono, dove si esce e si lasciano le chiavi sul
davanzale di casa, forse per evitare di perderle.
facciamo colazione
all'aperto, poi pranziamo sui colli piacentini e alla fine ci godiamo
la prima vera giornata di primavera distesi sull'erba, a cantare.
e al momento dei saluti, ho quella tranquillità addosso che per l'ottimismo che mi governa chiamerei felicità.